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Yarn bombing: a Napoli i graffiti con l’uncinetto

Lavori a maglia e all’uncinetto al posto di bombolette spray. Sbarca anche a Napoli la street art che ricopre l’arredo urbano senza danneggiarlo

Chi l’ha detto che lavorare all’uncinetto è cosa da nonne? Filati e fibre a maglia diventano espressione artistica con lo “Yarn Bombing”, letteralmente “bombardamento di lana”. Il concetto è semplice: lavori a maglia e uncinetto al posto di pittura e gesso o, se volete, di graffiti e tag; belli da vedere (quando non sono puri atti di vandalismo) ma permanenti sulle superfici. Lo Yarn Bombing si propone come alternativa removibile, che non danneggia le superfici su cui viene apposto il lavoro a maglia, dalle trame perlopiù colorate e fantasiose. È un movimento che nasce in Texas, Stati Uniti, e che negli anni è stato esportato anche in Italia: prima in Toscana, a Pistoia, poi a Genova, dove il Porto Antico, nel 2013, fu “bombardato” con installazioni di lana e cotone per il progetto Intrecci Urbani. Ora questa street art conquista anche Napoli: lavori a maglia e uncinetto sono stati disseminati lungo le principali strade del Vomero, da via Scarlatti a via Luca Giordano, passando per piazza Vanvitelli: tronchi d’albero, dissuasori, cestini, panchine, lampioni sono stati “vestiti” con fantasie colorate che abbelliscono l’arredo urbano senza danneggiarlo.

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yarn bombing napoli

Yarn Bombing in via Luca Giordano

LA STORIA– Come accennato, questo tipo di street art nasce in Texas, quando un gruppo di lavoratrici a maglia decise di riutilizzare creativamente la rimanenza dei loro gomitoli. Antesignana del movimento fu Magda Sayeg, una negoziante di Houston, che ricoprì di lavori fatti a mano le maniglie delle porte nel suo negozio. Da allora il movimento ebbe sempre maggior diffusione, anche al di fuori dei vasti confini del Texas. Lo Yarn Bombing dilagò a Londra, in Svezia, a Madrid, nei Paesi Bassi, in Germania, in Canada, fino ad arrivare (come detto) anche in Italia. Uno dei lavori più famosi del nostro Paese, oltre a Genova, è quello del ponte Garibaldi di Cesenatico, ricoperto di lana dall’8 marzo al 23 marzo.

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Un lampione in Piazza Vanvitelli

IL SUCCESSO– La notorietà del movimento ha portato l’artista Joann Matvichuk a istituire lo “Yarnbombing Day”, celebrato per la prima volta l’11 giugno 2011. Molti altri artisti hanno adottato questa tecnica espressiva come i “Twilight Taggers” in Australia e gli “Hottea” a Minneapolis, nello Stato del Minnesota. Secondo il New York Times, questa forma di “guerrilla” può diventare un movimento sociale pari a quello dell’agricoltura urbana, come forma di resistenza e di reazione alle brutture dei contesti cittadini. Il Guardian si riferisce a questa street art come un’epidemia che colpisce artisti di ogni Paese e nazionalità. 


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